Avviso a pagamento

Su La Repubblica di oggi, sezione locale, nella pagina affiancata a un articolo su “Quando il design si ispirò a Marylin” corredato dalla fotografia dello (stupendo) divano Bocca dello Studio65, c’è un avviso pubblicitario a pagamento che incomincia con la frase “Cara Bamby, ti amo.”

Non la Babi di 3msc, presumo, bensì Bamby, come il cerbiatto del film della Disney che ha commosso un po’ tutti noi. Be’, alcuni si sono commossi anche leggendo 3msc (per i non addetti, Tre metri sopra al cielo di Federico Moccia) – o guardando il film, o leggendo il seguito del libro o ancora guardando il seguito del film; ma chi si è commosso per Babi probabilmente si commuoverà anche per Bamby, quindi meglio che non vada avanti troppo nella lettura, perché potrebbe riemergerne quantomeno amareggiato.

La frase “Cara Bamby, ti amo.” è scritta in corsivo, ha un colore rosso – garofano – bruciacchiato, e sono stati usati dei caratteri che sottovaluterei a definire semplicemente svolazzanti.

Sotto la frase “Cara Bamby, ti amo.”, sette brevi paragrafi in nero, tipograficamente meno aggressivi e stilisticamente… giudicate voi; io non me la sento (per adesso). Ah, il corsivo è mio e serve per separare il testo dell’avviso a pagamento dal resto del post – di modo che nessuno corra il rischio di confondere ciò che è farina del sacco dell’autore dell’avviso da ciò che non lo è.

Cara Bamby, ti amo.

Sono dispiaciuto per la sofferenza che ho causato a te, alla tua famiglia ed alle persone che ti vogliono bene e ti sono state vicine, in un momento in cui io pensavo a tutto, tranne che a noi, al nostro futuro.

Forse ho gettato al vento la più grande occasione della mia vita, ma forse (lo spero con tutto il cuore) mi rimane una possibilità.

E se questa esiste, intendo giocarmela come il bene più prezioso.

Desidero prima di tutto il tuo benessere e la tua felicità. Nulla conta di più.

E desidero costruire con te una storia d’amore lunga e felice, ridandoti quella gioia e quella fiducia che hai perso per colpa mia.

Solo tu hai il diritto di decidere.

Ma se deciderai di non vivere più con me, potrai in ogni caso contare sempre su di me.

Immaginiamo ora che, frase iniziale a parte, ogni paragrafo sia numerato da 1 a 7. E, come ai vecchi tempi, iniziamo l’esegesi del testo in questione.

Paragrafo 1. Ma non l’ha mai visto Love story questo signore? Non lo sa che amore vuol dire non dover mai dire mi dispiace? A quanto pare, no. Quindi lui è dispiaciuto per qualcosa che ha fatto – probabilmente il “tutto” a cui pensava in realtà era un “tutta” e non soltanto ci pensava, ma se la faceva. O magari era proprio un signor “tutto”? Sia quel che sia, lui non è soltanto dispiaciuto per aver fatto soffrire Bamby, ma anche tutte le persone a cui lei presumibilmente ha rotto le scatole a dismisura andandosi a lamentare del fatto che il suo “lui” non le era più vicino come una volta, che non c’era più nel rapporto la progettualità di un tempo eccetera eccetera. Probabilmente la migliore amica e confidente di Bamby in preda alla disperazione gli ha pure rigato la macchina nuova. O magari la “tutta” che si faceva era proprio la migliore amica di Bamby? Mistero.

Paragrafo 2. “Forse ho gettato al vento la più grande occasione eccetera.” Ma come, forse???? Cretino, non sei neanche sicuro del fatto che avere una storia d’amore con Bamby fosse la fortuna più grande che ti fosse capitata? Forse?!?!?

Paragrafo 3. Mi sembra di capire – il testo è un po’ oscuro, in questo passaggio tra il secondo e il terzo paragrafo – che l’autore intenda: spero con tutto il cuore che tu mi dia la possibilità di stare ancora con te e, se ho questa fortuna, farò di tutto per…” No, è inutile: non capisco. Cosa vuol dire “Intendo giocarmela come il bene più prezioso”? Giocarmi cosa come “il bene più prezioso”? La possibilità? Forse il signore è un calciatore? Non dovrebbe essere Bamby “il bene più prezioso”? Non capisco proprio.

Paragrafo 4. In apparenza, ineccepibile. Se non fosse che, continuando, nel…

Paragrafo 5, risulta chiaro che il benessere e la felicità di Bamby, secondo l’autore, dipendono fortemente dal fatto che lui e Bamby ritornino insieme. Be’, in effetti, a che pro tutto ‘sto casino se non lo pensasse? Peccato l’abbia capito soltanto dopo che Bamby l’ha simpaticamente mandato a stendere – non perché impazzita dal giorno alla notte, immagino, ma perché lui l’ha fatta davvero grossa.

Paragrafo 6. In che senso “il diritto” di decidere? Il diritto – dovere, un po’ come il diritto di voto? Il diritto di decidere se tornare insieme a questo signor poeta? Be’, ragazza mia: bon courage.

Paragrafo 7. Peccato, la chiusura doveva essere con il paragrafo 6, secondo me. Nonostante tutto è una frase a effetto, fa molto sedicenne – che – ha -leggiucchiato – i – poeti – francesi. Questa frase qui, invece, è proprio brutta stilisticamente, con questa ridondanza del “me”; come se l’autore fosse, tutto sommato, proprio un bel tipetto egocentrato: vivere con me, contare su di me… ci sono io, prima di tutto.

Io che spendo soldi per mostrarti che a te ci tengo.  Io che probabilmente se posso spendere diecimila euro per comprare una pagina pubblicitaria forse avrei fatto meglio a ingaggiare uno scrittore di professione, invece di limitarmi a scopiazzare, in apertura, una frase di Shakespeare dal diario del liceo della sorella minore (ve l’ho risparmiata, povero Bardo tirato dentro a forza!). Io che sicuramente, qualsiasi cosa abbia fatto o non fatto per ritenere di dover compensare con un gesto del genere, forse farei meglio a spendere i soldi in maniera un po’ più creativa, e non limitarmi a buttare giù due parole in croce e fare un bonifico bancario o una bella strisciata di carta di credito.

Io, che mi limito a fare una strisciata di carta di credito per mostrarti che, nonostante tutto, a te ci tengo davvero.

Chissà se, quando Bamby ancora non era Bamby ma tutti la chiamavano con il suo nome di battesimo, nei primi momenti della loro relazione – quei momenti in cui tutto è rosa, quei momenti in cui palpiti per l’attesa della telefonata, quei momenti… insomma: quei momenti – entrambi avrebbero mai immaginato che sarebbe potuta succedere una cosa del genere. Chissà se, quando incontri qualcuno e incominci ad accettare i suoi inviti a cena, già qualcosa del suo modo di essere e di comportarsi con te può dare adito al sospetto che, un giorno, troverai il tuo soprannome scritto su un quotidiano a lettere cubitali, rossastre e svolazzanti.

Sia benedetta la mia solitudine.

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11 Risposte to “Avviso a pagamento”


  1. 1 xlthlx 26 giugno 2008 alle 8:33 PM

    d’accordo su tutto. secondo me ci si accorge di com’e’ davvero una persona, anche quando sei in quei momenti rosa. il problema e’ rendersene davvero conto.
    su una cosa non sono per nulla d’accordo: sulla benedizione della solitudine 😉
    o meglio: va benissimo perche’ non ti prendi il primo che passa, ma non devi aver paura quando arrivera’ quello giusto: non tutti gli uomini sono cosi’. le persone sono tante, e tutte diverse.

  2. 2 xlthlx 26 giugno 2008 alle 8:34 PM

    dimenticavo: e secondo me tu hai la capacita’ di renderti conto.

  3. 3 silvia 27 giugno 2008 alle 9:40 am

    secondo me la lettera è un pò patetica… però tutti hanno diritto ad un’altra possibilità… 🙂

  4. 4 odiamore 27 giugno 2008 alle 10:06 am

    xlthlx: aspetto pazientemente che arrivi qualcuno – a volte anche un po’ impazientemente, a dire il vero! – e spero soltanto che, con la disabitudine, le mie capacità di discernimento non si affievoliscano troppo 😉

    silvia: d’altronde se Bamby è stata con lui prima del “fattaccio” era perché le piaceva… quindi sì, quel che è patetico per noi magari per lei è qualcosa di bellissimo! Va a finire che mi metto a fare il tifo per loro 😐

  5. 5 awhile 27 giugno 2008 alle 12:49 PM

    ciao odimaore
    ritrovo meravigliosa la sacrosanta vivisezione degli intenti e delle parole con la puntualità che ti7ci contraddistingue
    ma io che sono stato una bamby e che ho già detto quello che dici. e pensato quello che pensi, mi rendo conto che alcune persone, pur immature, pur inconsapevoli, amano a loro modo
    e se sono d’accordo con tutto quello che possiamo dire dell’intreccio complicato tra rispetto, egoismo, sensibilità e sentimento amoroso, oggi, che è un giorno buono, caldissimo ma buono, mi sento vicino a quelle creature tanto goffe, quanto a noi simili, che in modo incomprensibile sbagliano e per rimediare sbagliano ancora
    (non lo abbiamo fatto anche noi a volte?)
    e forse se toccano il cuore, graffiandolo certo, non rimangono comunque qualcosa di prezioso?

    e sì certo
    BASTA con questa solitudine!

  6. 6 silvia 27 giugno 2008 alle 1:55 PM

    quando avrai smesso di aspettare arriverà… 😉

  7. 7 sole 28 giugno 2008 alle 12:20 am

    Che grande sei odiamore!Mi e’piaciuta da morire la tua esegesi del testo. Quando ho letto il messaggio che hai riportato integralmente ho avuto il senso che qualcosa stonasse, un senso di fastidio ma non riuscivo a capire…e tu l’hai mirabilmente trovato e inquadrato. Il tipo e’ un narcisita allucinante! Sei troppo il mio mito, hai davvero centrato il punto.
    Parlando di solitudine,alla larga dai narcisisti.Meglio soli perche’ si e’ soli che soli perche’ si e’ con un/una narcisista.
    Ma la/il Bamby come reagira’?

  8. 8 aless 28 giugno 2008 alle 12:04 PM

    mamma mia quanto è vera la tua analisi dell’avviso del tizio. Quanto è vera!!! te lo dice una che sta subendo questo genere di sms dall’uomo che ha lasciato da un paio di giorni, dopo averlo amato alla follia pur avendo avuto indizi del suo vero modo di essere (e delle ragioni che hanno portanto alla rottura) fin dal suo primissimo invito a cena…
    oddio che tristezza, gli uomini egoisti, egocentrici, narcisisti, insicuri, possessivi, punitivi e incapaci di amare generosamente (non solo con strisciate carta di credito e regali costosissimi)…
    La solitudine è molto brutta ma a volte meglio una solitudine reale che una solitudine mascherata da vita di coppia
    😦

  9. 9 riffraff 28 giugno 2008 alle 1:07 PM

    Sei un mito 🙂
    Epperò.. non siamo tutti bravi con le parole, il tipo sarà uno stronzo, ma in questi contesti c’è da apprezzare l’impegno 🙂

  10. 10 odiamore 30 giugno 2008 alle 11:15 am

    Sole: chissà come reagirà, Bamby. Probabilmente, se lui l’ha fatto è perché pensava che in questo modo sarebbe riuscito a toccare i tasti giusti, quindi magari la storia avrà un (cosiddetto) lieto fine!

    Aless: quanta ragione hai a scrivere che è meglio la solitudine reale di una solitudine mascherata da vita di coppia. Il fatto è che quando sei invischiato fino al collo (in quella mascherata) è così difficile ammetterlo davanti a se stessi e anche davanti all’altro…

    riffraff: sì, certo, c’è da apprezzare l’impegno ma il fatto è che non mi sembra che ci sia stato tutto questo impegno, nonostante le apparenze 🙂

  11. 11 briciola 31 luglio 2008 alle 7:57 PM

    paragrafo 2. CLA-MO-RO-SO.


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